riguardo al post di Paola (http://paolafioreblog.blogspot.com/) sulla definizione di mobbing e sul disagio che provoca ho trovato un link molto interessante:
http://www.studiodipsicologiadellavoro.it/default.asp?sarea=69 :
Il disagio psicologico sul posto di lavoro: Il MOBBING
"Da alcuni anni nel panorama mondiale ed europeo è in corso una analisi sulle cause del disagio psicologico e sul Mobbing che può provocare danni economici e sociali sul posto di lavoro .
CHE COS’E’ IL MOBBING ?
La parola mobbing deriva dal verbo inglese “ to mob “ ( assalire con violenza ) preso in prestito dall’Etologia , che venne introdotto da Konrad Lorenz , che lo utilizza per indicare il comportamento aggressivo di alcune specie di uccelli nei confronti dei loro contendenti che tentano di assalirne il nido .
La prima persona che cominciò a studiare il Mobbing come “ violenza psicologica nel luogo di lavoro “ ed in quanto tale responsabile di patologie per chi lo subisce , è stato lo psicologo tedesco Heinz Leymann che nel “ 1986 “ illustro in un libro , le conseguenze soprattutto sulla sfera neuro-psichica , di chi è esposto ad un comportamento ostile protratto nel tempo , da parte di superiori o dei colleghi di lavoro .
Non esiste una definizione univoca del fenomeno del Mobbing dal momento che , trattandosi di un fenomeno dalle molteplici sfaccettature , le definizioni in uso risentono dei particolari punti di vista di chi le esprime .
In questa sede , ci si richiama alla definizione descritta da Leymann il quale sostiene che “ il terrore psicologico o mobbing lavorativo “ consiste in una comunicazione ostile e non etica diretta in maniera sistematica da parte di uno o più individui generalmente contro un singolo individuo che , a causa del Mobbing , è spinto in una posizione di cui è privo di appoggio e di difesa ed è costretto a subire vessazioni ed angherie da parte dei suoi superiori .
Queste azioni si verificano con una frequenza piuttosto alta ( almeno una volta alla settimana ) e su un lungo periodo di tempo ( una durata di almeno sei mesi ) . Dalla definizione del suo fondatore emerge con chiarezza che si può correttamente parlare di Mobbing quando lo scenario è il luogo di lavoro ed esiste il requisito temporale : le violenze psicologiche devono essere regolari , sistematiche e durare nel tempo .
E’ evidente che chi subisce il Mobbing ha paura di perdere il suo posto di lavoro e non può abbandonarlo . In effetti spesso il Mobbing viene messo in atto con il solo scopo di incutere timore e di “ poter licenziare impunemente “ un dipendente .
QUALI SONO LE COSEGUENZE PSICOLOGICHE E I DANNI PSICO-FISICI DEL MOBBING ?
Sul piano fisico è tutto l’organismo ad essere coinvolto : i disturbi infatti , possono riguardare il cervello , la pelle , gli occhi , il collo , le spalle , gli arti , il cuore , l’apparato digerente e quello respiratorio , l’apparato riproduttivo e sessuale , il sistema immunitario . Nei soggetti interessati , si è inoltre riscontrata una maggior vulnerabilità alle malattie . Sul piano della sfera emotiva , le azioni di violenza psicologica in ambito lavorativo , determina nel soggetto che le subisce , tutta una serie di disturbi psicologici e tutta una serie di problematiche ed in particolare : crisi esistenziale , crisi relazionale , crisi economica .
Ricordiamo a titolo puramente indicativo , quali sono i disturbi psicologici e i disturbi psico-somatici che sono stati riscontrati nei soggetti che sono vittime del Mobbing : Ansia , paura , attacchi di panico , tensione , agitazione , nervosismo , inquietudine , insicurezza , insoddisfazione per il proprio lavoro , apatia , svogliatezza , stanchezza , tristezza , malinconia , depressione , pensieri ossessivi , vuoti di memoria , mancanza di concentrazione mentale , preoccupazioni , timore di perdere il proprio posto di lavoro , rabbia , difficoltà di alimentazione o di sonno , abuso di droga o di alcolici , ipertensione , disturbi cardiocircolatori , disturbi gastro-intestinali , disturbi sessuali , disturbi del comportamento , difficoltà nelle relazioni interpersonali . "
qui viene spiegato ulteriormente cos' è il mobbing e quali sono le conseguenze.
quando un persona viene mobbizzata non si rende conto subito, ma pian piano di questo circolo vizioso ed è qui che sorge il problema: se una persona non si rende in tempo conto di essere stata mobbizzata o peggio, non vuole rendersene conto, i disturbi e le conseguenze che subisce possono protrarsi per molto, molto tempo
sabato 6 dicembre 2008
ascolto attivo (7 regole dell'ascoltare)
commenti al post dell'ascolto attivo di: http://irene85-irene.blogspot.com/
in merito alle sette regole dell'ascoltare volevo fare una riflessione: nell'ascolto attivo si cerca di comprendere ciò che l'altro sta dicendo cercando di mettersi nei suoi panni. inoltre una cosa fondamentale dell'ascolto attivo è il non emettere giudizi riguardo al contenuto, tuttavia siamo liberi di esprimere dei consigli e delle riflessioni sull'eventuale problema. un'altima riflessione: il comportamento non verbale è molto importante quando si ascolta una persona perchè grazie ai segnali non verbali si trasmettono le sensazioni, i sentimenti,...
un link molto completo riguardo all'ascolto attivo è questo:
http://shakespeareinlove.splinder.com/tag/udire+o+ascoltare
in merito alle sette regole dell'ascoltare volevo fare una riflessione: nell'ascolto attivo si cerca di comprendere ciò che l'altro sta dicendo cercando di mettersi nei suoi panni. inoltre una cosa fondamentale dell'ascolto attivo è il non emettere giudizi riguardo al contenuto, tuttavia siamo liberi di esprimere dei consigli e delle riflessioni sull'eventuale problema. un'altima riflessione: il comportamento non verbale è molto importante quando si ascolta una persona perchè grazie ai segnali non verbali si trasmettono le sensazioni, i sentimenti,...
un link molto completo riguardo all'ascolto attivo è questo:
http://shakespeareinlove.splinder.com/tag/udire+o+ascoltare
lunedì 24 novembre 2008
Guardando dalle mura
"Sei quello che pensi" rispose l'anziano e te lo spiego con una storia. Un giorno dalle mura della città, verso il tramonto, si videro sulla linea dell'orizzonte due persone che si abbracciavano.
"Sono un papà e una mamma" pensò una bambina innocente. "Sono due amanti" pensò un uomo dal cuore torbido."Sono due amici che s'incontrano dopo molto anni" pensò un uomo solo. "Sono due mercanti che hanno concluso un affare " pensò un mercante avido di denaro. "E' un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra " pensò una donna dall'anima tenera. " E' una figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio " pensò un uomo addolorato per la morte di una figlia. "Chissà perchè si abbracciano " pensò un uomo dal cuore arido." Che bello vedere due persone che si abbracciano " pensò un uomo di Dio.
In ogni epoca e in ogni tempo si sono raccontate storie. Prima erano orali, poi divennero scritte, oggi le storie sono multimedia. Ovunque ci giriamo qualcuno ci consegna narrazioni visive, ipertestuali e nello istante ci chiede di raccontarci. Narrazione, quindi, è sia un particolare modo di pensiero, sia un particolare modo di produrre oggetti finali derivanti da quel pensiero. In questo senso, la narrazione appartiene alla storia dell'umanità, sia quando gli uomini hanno posseduto una cultura orale, sia quando questi hanno posseduto una cultura prettamente scritta. Lo storytelling è quindi la scienza che traduce e promuove le "cose", reali o immaginarie che siano, in parole, immagini, suoni.
Quindi, il progetto di questo blog è quello di sensibilizzare le persone, attraverso la narrazione, ad esaminare di frequente i loro pensieri, perchè ognuno di essi, rivela a te stesso quello che sei.
Ma non solo, ti rivela anche la tua identità, cioè il tuo modo di essere, attraverso il quale ogni persona si auto-identifica e può essere identificata. La "carta di identità", ad esempio, si basa sulla registrazione dei tratti fisici, " l'identità personale ", al contrario, si deduce dai tratti comportamentali rilevabile dalle scelte nelle azioni, che manifestano permanenze di tipo psicologico ed ideale (intelligenza, creatività, credenze e valori ).
Attraverso l'immagine che ognuno ha di sè, che costruisce fin dall'infanzia e che è la combinazione di vari fattori, si determina " l'autostima ". Come detto essa rappresenta dunque una valutazione sul concetto di sè, una reazione emotiva che le persone sperimentano quando osservano e valutano se stesse, collegate alle credenze personali circa le abilità, le capacità, i rapporti sociali. L'autostima comprende dunque un aspetto cognitivo ( le opinioni che ognuno ha su di sè ), un aspetto emotivo ( cosa la persona prova nei propri confronti ), e un aspetto comportamentale ( cosa la persona prova nei propri riguardi ).
L'autostima, attraverso la conoscenza di sè, ha notevoli ripercussioni su molti ambiti della vita, su come ci si presenta e si interagisce, sulla scelta e sulla realizzazione degli obiettivi, sulle reazioni agli eventi positivi e negativi. E' inoltre strettamente connessa ad altri concetti quali l'autoefficacia, l'assertività e il senso di colpa.
Il formatore, soprattutto nella costruzione dei gruppi di lavoro, dovrà essere particolamente attento a captare i messaggi di " bisogno " che gli verranno implicitamente chiesti dai partecipanti.
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