lunedì 24 novembre 2008

Guardando dalle mura

" Chi sono io?" chiese un giorno un giovane ad un anziano.

"Sei quello che pensi" rispose l'anziano e te lo spiego con una storia. Un giorno dalle mura della città, verso il tramonto, si videro sulla linea dell'orizzonte due persone che si abbracciavano.

"Sono un papà e una mamma" pensò una bambina innocente. "Sono due amanti" pensò un uomo dal cuore torbido."Sono due amici che s'incontrano dopo molto anni" pensò un uomo solo. "Sono due mercanti che hanno concluso un affare " pensò un mercante avido di denaro. "E' un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra " pensò una donna dall'anima tenera. " E' una figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio " pensò un uomo addolorato per la morte di una figlia. "Chissà perchè si abbracciano " pensò un uomo dal cuore arido." Che bello vedere due persone che si abbracciano " pensò un uomo di Dio.


In ogni epoca e in ogni tempo si sono raccontate storie. Prima erano orali, poi divennero scritte, oggi le storie sono multimedia. Ovunque ci giriamo qualcuno ci consegna narrazioni visive, ipertestuali e nello istante ci chiede di raccontarci. Narrazione, quindi, è sia un particolare modo di pensiero, sia un particolare modo di produrre oggetti finali derivanti da quel pensiero. In questo senso, la narrazione appartiene alla storia dell'umanità, sia quando gli uomini hanno posseduto una cultura orale, sia quando questi hanno posseduto una cultura prettamente scritta. Lo storytelling è quindi la scienza che traduce e promuove le "cose", reali o immaginarie che siano, in parole, immagini, suoni.


Quindi, il progetto di questo blog è quello di sensibilizzare le persone, attraverso la narrazione, ad esaminare di frequente i loro pensieri, perchè ognuno di essi, rivela a te stesso quello che sei.

Ma non solo, ti rivela anche la tua identità, cioè il tuo modo di essere, attraverso il quale ogni persona si auto-identifica e può essere identificata. La "carta di identità", ad esempio, si basa sulla registrazione dei tratti fisici, " l'identità personale ", al contrario, si deduce dai tratti comportamentali rilevabile dalle scelte nelle azioni, che manifestano permanenze di tipo psicologico ed ideale (intelligenza, creatività, credenze e valori ).



Attraverso l'immagine che ognuno ha di sè, che costruisce fin dall'infanzia e che è la combinazione di vari fattori, si determina " l'autostima ". Come detto essa rappresenta dunque una valutazione sul concetto di sè, una reazione emotiva che le persone sperimentano quando osservano e valutano se stesse, collegate alle credenze personali circa le abilità, le capacità, i rapporti sociali. L'autostima comprende dunque un aspetto cognitivo ( le opinioni che ognuno ha su di sè ), un aspetto emotivo ( cosa la persona prova nei propri confronti ), e un aspetto comportamentale ( cosa la persona prova nei propri riguardi ).


L'autostima, attraverso la conoscenza di sè, ha notevoli ripercussioni su molti ambiti della vita, su come ci si presenta e si interagisce, sulla scelta e sulla realizzazione degli obiettivi, sulle reazioni agli eventi positivi e negativi. E' inoltre strettamente connessa ad altri concetti quali l'autoefficacia, l'assertività e il senso di colpa.



Il formatore, soprattutto nella costruzione dei gruppi di lavoro, dovrà essere particolamente attento a captare i messaggi di " bisogno " che gli verranno implicitamente chiesti dai partecipanti.


5 commenti:

Paola ha detto...

ascoltare se stessi è molto importante. nella frenesia di ogni giorno dedichiamo poco tempo per ascoltare noi stessi e gli altri.

irene ha detto...

“la nostra mente sarà il luogo più bello in cui vivere; impareremo a governare la nostra vita manovrando meglio la nostra mente....con il tempo più che allo psicanalista, si ricorrerà all’ingegnere della mente…”.
Arthur Charles Clarke

La nostra mente è divisa tra conscio e inconscio, ma di questo inconscio sappiamo ben poco, trascurandone la notevole importanza. E’ come se possedessimo un palazzo, ne abitassimo solo il piano superiore ma ci fosse totalmente sconosciuto l’inferiore. E’ possibile dare degli ordini precisi alla nostra mente: una volta che abbiamo raggiunto uno stato di rilassamento, possiamo suggestionare in modo positivo il nostro subconscio facendo delle esperienze mentali ripetute.

Siamo ciò che pensiamo.

Tutto ciò che siamo sorge con i nostri pensieri. Con i nostri pensieri formiamo il mondo. Parla o agisci con mente impura e sarai seguito da guai, così come la ruota segue il bue che tira il carro.



Siamo ciò che pensiamo.

Tutto ciò che siamo sorge con i nostri pensieri. Con i nostri pensieri formiamo il mondo. Parla o agisci con mente pura e la felicità ti seguirà come ombra, inamovibile.

"Guarda come mi sfrutta e mi maltratta, come mi malmena e mi deruba".

Vivi con pensieri simili e vivrai nell'odio.

"Guarda come mi sfrutta e mi maltratta, come mi malmena e mi deruba".

Abbandona questi pensieri e vivi con amore.



In questo mondo l'odio non ha mai scacciato l'odio, solo l'amore scaccia l'odio. Questa è la legge, antica e inesauribile. Anche tu sei di passaggio. Sapendolo, come puoi metterti a discutere?

Facilmente il vento sradica un alberello. Cerca la felicità nei sensi, indulgi nel cibo e nel sonno, e anche tu verrai sradicato. Il vento non può divellere una montagna, la tentazione non può toccare l'uomo, risvegliato, forte e umile, che è padrone di se stesso e osserva la legge.

Se i pensieri di un uomo sono oscuri, se egli non si cura delle conseguenze ed è pieno di sotterfugi, come potrà indossare la veste gialla?

Chiunque sia padrone della propria natura, luminoso, chiaro e sincero, egli può indossare la veste gialla...
buddha

un dubbio che mi sono posta leggendo questo plog è: si è vero che siamo quello che pensiamo, ma siamo soprattutto ciò che facciamo. molte persone sono brave a parole, ma poche a fatti. che ci sia una relazione fra pensare e fare è una cosa logica, e di sicuro il pensiero influenza il fare. quello che mi incuriosisce è che a causa del nostro inconscio non sempre facciamo ciò che pensiamo e quindi siamo in conflitto con noi stessi...

irene ha detto...

Chi sono io? tutti lo possono sapere; ma il mio cuore solo io lo posseggo.
goethe

cogito ergo sum
cartesio

« L'inconscio non conosce né giudizi di valore, né il bene e né il male, e nemmeno la moralità »
freud

caro Alberto, sono convinta che sia molto difficile conoscere se stessi e con questo commento intendo porre le basi per affermare che sia quasi imposiibile conoscere a fondo gli altri, soprattutto perchè le nostre opinioni sono qualcosa di soggettivo...

elisa ha detto...

chi sono???una domanda così semplice da scrima ma allo stesso tempo così complessa! perchè noi siamo ciò che osserviamo, ciò che sentiamo, ma anche ciò che gli altri vedono e sentono di noi.
un miscuglio di tante piccole cose che man mano si cresce si modificano.allora come facciamo a dire chi siamo?siamo ciò che vogliamo essere quando vogliamo esserlo!!

dilev87 ha detto...

Chiunque di noi si sarà posto sicuramente questa domanda:"chi sono io?", è una domanda molto difficile da rispondere in modo completo e profondo.
La propria identità non è scritta da qualche parte ma è il nostro modo di essere, di rapportarci e di instaurare una serie di relazioni con gli altri. Ogniuno può identificare ed etichettare un qualcosa che vede in modo diverso da come lo può vedere un'altra persona e anche questo è il nostro modo di essere.
E' però utile ed importante accettarsi e farsi conoscere per come si è!!